Il complesso architettonico del Poi-Kalon con il minareto Kalon – impressionò così tanto Gengis Khan che ordinò di non distruggerlo, come fece con molti altri monumenti di Bukhara. E’ la più alta costruzione della città (47 m.) e risale al 1127. Un tempo la torre serviva per chiamare i fedeli alla preghiera, segnalare l’arrivo dei nemici, e come faro che segnalava anche l’arrivo dei mercanti. Nel 1700-1800 acquistò la triste fama e fu chiamato “torre della morte” perché dalla sua cima venivano fatti precipitare i condannati a morte; l’ultima esecuzione risale al 1884. Il minareto, il cui nome in tagiko significa “grande” è il più alto dell’Asia centrale e ha fondamenta profonde 10 m. Il minareto è costruito con mattoni, tenuti insieme da fasce di gesso, ed ha un tronco che nella parte alta diventa più sottile ed è coronato da una lanterna tonda con 16 finestre ogivali, sotto cui ci sono decorazioni a stalattiti. Ai piedi del minareto è la moschea Kalon o Kalyan, una costruzione grandiosa della fine del 1400 che riflette le tradizioni architettoniche e decorative dell’epoca dei Timuridi, uguale per dimensioni alla Bibi-Khanym di Samarcanda. E inoltre c’è la madrasa Miri Arab, ora sede della Scuola islamica: si tratta di una moschea di tipo aperto con ampio cortile rettangolare, che può ospitare oltre 10mila fedeli; la galleria del cortile è ricoperta da 288 cupole, posate su 286 pilastri, con 7 ingressi.