Ahmad ibn Muhammad ibn Kathir al-Farghani, anche noto nell’Occidente latino come, è stato uno dei più famosi scienziati e astronomi musulmani del IX secolo.
Persiano d’origine, fu interessato alla misurazione del diametro terrestre, effettuando a Baghdad calcoli e rilevamenti assieme a uno staff di scienziati, sotto l’alto patronato del Califfo abbaside al-Maʾmūn.
Il suo principale testo, gli Elementi di astronomia sui moti celesti, scritto verso l’833, fu un competente sommario descritto dell’Almagesto di Claudio Tolomeo. Fu tradotto in latino nel XII secolo e rimase ampiamente popolare in Europa fino al tempo di Regiomontano. Nel XVII secolo, l’orientalista olandese Jacob Golius pubblicò il testo arabo, sulla scorta di un manoscritto che aveva acquistato nel Vicino Oriente, traducendolo in latino e accompagnandolo con ampie notazioni.
Più tardi al-Farghani si spostò al Cairo, dove compose un importantissimo trattato sull’astrolabio, circa nell’856. Nell’861 supervisionò anche la costruzione di un grande nilometro nell’isoletta nilotica di al-Rawda (Roda), nella Vecchia Cairo, che ancora esiste e funziona perfettamente.
Il cratere Alfraganus sulla Luna è stato così chiamato in suo onore.
Il monumento ad al-Farghani a Fergana in Uzbekistan