Amu Darya

L’Amu Darya, è il fiume più lungo dell’Asia centrale. La sua lunghezza totale è di 2650 chilometried è navigabile per oltre 1450 chilometri. Nell’antichità classica, era conosciuto con il nome di Oxus in greco e in persiano Jayḥūn.

La sorgente si trova nelle montagne del Pamir. Inizialmente prende il nome di fiume Pamir, parte da Zorkul, scorre verso est fino a Ishtragh. Lì gira verso nord e poi verso est nord-ovest attraverso l’Hindu Kush con il nome di Pjandž, marcando il confine tra Afghanistan e Tagikistan e successivamente quello tra Afghanistan e Uzbekistan per circa 200 km, fino a passare da Termez. Seguendo il confine tra Afghanistan e Turkmenistan per altri 100 km prima di entrare in Turkmenistan presso Kerki.

 

Come Amu Darya, il fiume scorre attraverso il Turkmenistan da sud a nord, passando Turkmenabat e segnando il confine tra Turkmenistan ed Uzbekistan da Khalkabad. Si divide poi in molti corsi d’acqua che formavano il delta che sfociava nel lago d’Aral, passando Urgench, Daşoguz e altre città, ma, a causa dell’abbassamento del livello del lago il fiume ora non riesce a raggiungerlo e si perde nel deserto, attualmente uno dei più grandi rami del delta dopo aver irrorato le campagne limitrofe confluisce nel lago Sarygamysh situato a sud-ovest del lago d’Aral.

 

A differenza della maggior parte dei corsi d’acqua, l’Amu Darya è caratterizzato da due periodi di piena invece di uno: una piena in primavera, fra aprile e maggio dovuta allo scioglimento delle nevi, la seconda ha inizio in giugno e prosegue nei mesi estivi, è alimentata dalle acque di scioglimento dei ghiacciai per il calore estivo. Talvolta le due piene possono sussegguirsi indistintamente, portando a 5 mesi consecutivi di piene. Il fiume in alcuni tratti raggiunge una ampiezza di 1.600 metri, depositando fertili sedimenti lungo le sue sponde.

 

L’attuale diminuzione della sua portata d’acqua rispetto a tempi passati è dovuta, oltre al prelievo tramite canali per l’irrigazione delle colture agricole, anche alla distruzione per opera delll’uomo delle caratteristiche foreste che crescono rigogliose lungo le sue rive, chiamate tugai, formate da canneti, alberi e arbusti molto fitti, talvolta impenetrabili e larghe dagli 800 m ai 3 km. Dove i tugai sono intatti, essi svolgono un’importante funzione di consolidamento delle rive essendo ben radicati, in questo modo impediscono all’acqua del fiume di spandersi nel deserto, mantenedola nell’alveo.